Nel corso degli ultimi anni, con il progressivo invecchiamento della popolazione, stiamo assistendo a un incremento della prevalenza e dell’incidenza delle patologie cardiovascolari, molto più frequenti nella popolazione anziana. La cronicità di alcune malattie si configura come una delle principali sfide da affrontare, come nel caso dell’insufficienza cardiaca, condizione clinica in cui il cuore non è più in grado di pompare sangue in modo efficace per soddisfare le esigenze metaboliche del corpo. Si tratta della prima causa di ricovero negli ospedali italiani. Secondo la European Society of Cardiology (ESC) circa l’1-2% della popolazione adulta nei paesi sviluppati soffre di insufficienza cardiaca, con una prevalenza che aumenta al 10% nelle persone oltre i 70 anni. I trattamenti, farmacologici ma non solo, stanno raggiungendo risultati importanti, con alcuni centri maggiormente dinamici, come nel caso dell’Ospedale “San Filippo e Nicola” di Avezzano che ha avviato da un anno una terapia elettrica di resincronizzazione cardiaca basata sulla stimolazione delle vie fisiologiche di propoagazione dell’impulso elettrico. Questi temi sono emersi nel convegno “Il cuore della Marsica”, che si è tenuto presso il Centro di formazione ‘Noesis’ ad Avezzano.
LA CRESCITA DELLE PATOLOGIE CARDIOVASCOLARI NELLA POPOLAZIONE ANZIANA – L’invecchiamento della popolazione si riflette su un incremento della prevalenza e dell’incidenza delle malattie cardiovascolari: la Fibrillazione Atriale, ad esempio, negli ultimi vent’anni è raddoppiata nella popolazione generale, passando dall’1% a poco meno del 2%, e tenderà ad aumentare di altre due volte entro il 2050, mentre già oggi nella popolazione con più di 75 anni è superiore al 10%. Nell’anziano, inoltre, il rischio di morte improvvisa per aritmie ventricolari aumenta fino a 80 anni.
“Nel corso degli ultimi anni, è diventato possibile agire su patologie cardiovascolari acute come l’infarto miocardico o le sindromi coronariche acute trattandole tempestivamente fino a garantire un netto miglioramento della prognosi di questi pazienti – sottolinea il Prof. Francesco Vetta, Direttore UOC Cardiologia UTIC Ospedale di Avezzano e Professore di Cardiologia Unicamillus – Tuttavia, si stanno affacciando prevalenze nuove per quanto riguarda altre patologie, tendenzialmente croniche, come l’insufficienza cardiaca, che ha una prognosi di vita peggiore rispetto a quella di molte neoplasie: a distanza di circa 5 anni, circa il 50% delle persone va incontro a decesso. Questo quadro impone un’accurata e aggiornata presa in carico dei pazienti anziani con patologie cardiovascolari”.
LE NOVITÀ DEI TRATTAMENTI – “Negli ultimi anni, sono stati introdotti nuove terapie che ci permettono di trattare in modo efficace i pazienti – aggiunge il Prof. Francesco Vetta – Oltre ai farmaci, dobbiamo considerare anche l’importanza di trattamenti non farmacologici. Ad esempio, l’uso del defibrillatore può essere fondamentale, poiché le aritmie ventricolari diventano più comuni con l’avanzare dell’età. Anche la terapia di resincronizzazione cardiaca è importante, poiché l’insufficienza cardiaca può causare una mancanza di coordinazione nel battito tra atri e ventricoli o tra i due ventricoli, oltre che all’interno di un singolo ventricolo. Questa dissincronia può peggiorare rapidamente i sintomi dell’insufficienza cardiaca. Trattamenti come la stimolazione biventricolare, o ancora meglio la stimolazione di branca per la resincronizzazione, sono fondamentali per migliorare la prognosi dei pazienti con questa condizione. L’utilizzo di una terapia medica precoce e l’accompagnamento di una terapia non farmacologica, supportata da particolari pacemaker e defibrillatori, permette di garantire un miglioramento della prognosi e della loro qualità di vita”.
L’AVANZAMENTO TECNOLOGICO IN CARDIOLOGIA – La cardiologia è la disciplina in cui la tecnologia ha raggiunto lo sviluppo più avanzato in ambito medico. “Una delle scoperte più importanti è l’applicazione dell’Intelligenza Artificiale nei processi diagnostici e terapeutici, che permetterà di identificare nuove malattie e di offrire soluzioni alternative per la cura dei pazienti – sottolinea il Prof. Francesco Vetta – Tra le innovazioni più recenti ci sono i pacemaker senza fili (leadless), che possono essere utilizzati anche insieme a defibrillatori sottocutanei. Questi dispositivi comunicano tra loro, permettendo un miglior riconoscimento di aritmie e garantiscono una attività di elettrostimolazione cardiaca sempre meno invasiva. Un altro progresso importante è la stimolazione fisiologica, che riproduce il percorso naturale dell’impulso elettrico nel cuore, assicurando una contrazione regolare e sincronizzata. Diversi studi mostrano che questo approccio è più efficace rispetto ai metodi tradizionali e riduce il rischio di insufficienza cardiaca e di aritmie ventricolari ”.
RICERCA E FORMAZIONE SULLA DIRETTRICE AVEZZANO-TIRANA – L’elettrostimolazione fisiologica, che rappresenta un salto in avanti per favorire la qualità di vita dei pazienti e per limitare le complicanze successive, non è ancora diffusa in tutti i centri: per questo la capacità della Cardiologia di Avezzano di offrire questa tecnica ha contribuito a rendere il reparto un centro di eccellenza a livello macroregionale, accogliendo pazienti da tutto il Centro-Sud. Non è però l’unico aspetto virtuoso della sanità locale, che ha intrapreso numerose iniziative, come l’accordo di collaborazione tra l’Università di Tirana “Nostra Signora del Buon Consiglio” e la ASL di Avezzano che è in procinto di essere siglato: questa iniziativa offrirà agli specializzandi dell’ateneo albanese l’opportunità di effettuare tirocini presso la struttura di Avezzano dove potranno acquisire l’expertise qui maturata.
FONTE: Ufficio Stampa Diessecom (Francesco Picazio).