Chiude la prima edizione di un progetto ambizioso che, avendo riscontrato grande apprezzamento da parte dei discenti e degli stessi docenti, già prepara la nuova edizione per altri specialisti pronti a parteciparvi sin da giugno 2024. La Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali raggiunge un nuovo traguardo con la conclusione del progetto “SIMIT Next Generation Master Class in HIV”, un’iniziativa di formazione che ha preparato la più giovane generazione di infettivologi ad affrontare le nuove sfide poste dall’HIV. Con la terapia antiretrovirale, infatti, la vita di un paziente con HIV è simile a quella della popolazione generale. Ma si presentano nuove sfide: l’invecchiamento della popolazione, le comorbidità e le interazioni tra i diversi farmaci, l’intervento sulla qualità di vita. Per questo è necessario che i giovani medici acquisiscano l’esperienza pregressa e le competenze per la gestione e il successo a lungo termine della terapia. La conclusione di questo percorso, pertanto, non è un punto di arrivo, ma di partenza, in quanto da oggi esiste un gruppo di infettivologi pronti a guidare la ricerca sull’HIV e la presa in carico dei pazienti.
UN GIOVANE GRUPPO DI INFETTIVOLOGI CONTRO L’HIV – Il progetto “SIMIT Next Generation Master Class in HIV” ha coinvolto 30 giovani medici, identificati dalla società scientifica, specialisti in Malattie Infettive, rappresentativi dei diversi centri italiani. Il percorso formativo si è avvalso dei contributi dei più importanti specialisti italiani su questo tema nonché di tecnologie multimediali utili per una partecipazione interattiva che ha permesso di fare domande e test di autovalutazione in anonimato. Il progetto, realizzato con il contributo non condizionante di Gilead Sciences, si è sviluppato da maggio 2023 a marzo 2024 con quattro moduli residenziali di 6 ore formative e 3 tutor ogni volta, a cui si sono aggiunti quattro moduli webinar, di 2 ore ciascuno. A coronamento del percorso si è svolto l’evento conclusivo “Awards Meeting”, in cui i discenti hanno presentato i temi approfonditi in questi mesi e hanno ricevuto l’attestato di partecipazione al corso. Divisi in quattro gruppi, i giovani specialisti hanno approfondito la gestione clinica e terapeutica del paziente con HIV, gli aspetti virologici, la gestione delle comorbidità, il significato del successo a lungo termine e la qualità della vita.
LA FORMAZIONE DEI GIOVANI COME PRIORITÀ DI SIMIT – “La SIMIT crede molto nella formazione dei giovani – sottolinea Roberto Parrella, Presidente SIMIT – Le sfide dell’HIV si stanno rinnovando: la popolazione affetta dal virus invecchia, aumentano le comorbidità e la possibile interazione dei farmaci. I partecipanti si sono dimostrati molto coinvolti, grazie anche alle modalità del corso, in cui sono intervenuti docenti di alto profilo proponendo lezioni frontali e strumenti interattivi con cui, in alcuni casi, è stato possibile superare la timidezza iniziale. I lavori conclusivi hanno centrato quelle che sono le nuove sfide dell’HIV. La proprietà di linguaggio e la profondità dell’analisi hanno dimostrato la consapevolezza acquisita e il bagaglio che questi partecipanti porteranno a casa, diventando dei punti di riferimento per la presa in carico dei pazienti con HIV nei rispettivi centri, dove potranno standardizzare le best practice frutto della condivisione delle esperienze dei vari centri”.
“Con questa iniziativa abbiamo realizzato l’obiettivo di formare giovani infettivologi nella gestione dell’infezione da HIV – sottolinea il Prof. Claudio Mastroianni, Past President SIMIT – Nei panel abbiamo coinvolto i più importanti clinici nazionali sul tema al fine di dare precise indicazioni sulla gestione e sul trattamento dell’HIV, con risvolti teorici e pratici, analizzando aspetti virologici, epidemiologici, farmacologici, sociali. SIMIT crede molto in questo tipo di progetti: obiettivo della nostra società scientifica è stare vicino ai giovani, contribuire alla loro formazione e prepararli ad ogni evenienza. Nel campo dell’HIV affrontiamo una sfida estremamente importante: l’infezione è ancora presente e minacciosa, e come tale deve essere considerata”.
“Negli scorsi decenni l’HIV ha rappresentato una pandemia devastante, contro la quale non avevamo armi disponibili – ha evidenziato il Prof. Massimo Andreoni, Direttore Scientifico SIMIT – Oggi le nuove generazioni di infettivologi con linee guida e farmaci hanno a disposizione strumenti straordinari: la terapia antiretrovirale permette di garantire una sopravvivenza ai pazienti HIV che si avvicina sempre di più a quella della popolazione generale; se la terapia è assunta regolarmente la viremia si può azzerare fino a rendere il virus non trasmissibile. Ciò non significa che l’HIV sia sconfitto, anzi, resta un ampio sommerso, come dimostrano le diagnosi tardive che emergono ogni anno, con pazienti talvolta già in AIDS. I nuovi strumenti a disposizione poi ci impongono di pensare a un trattamento personalizzato per ogni paziente e a una terapia che possa durare per decenni. Si deve pertanto ragionare sui concetti di durability del trattamento e di intervento sui reservoir (serbatoi) dove l’infezione da HIV è ancora latente”.
FONTE: Studio Diessecom (Salvo Cagnazzo).