Software Acumen HPI: uno strumento per prevenire l’ipotensione intra-operatoria

L’ipotensione intra-operatoria è una condizione pericolosa che può causare gravi complicanze post-operatorie nei pazienti sottoposti a chirurgia non cardiaca. Il software Acumen HPI offre ai medici informazioni predittive sulla probabilità di ipotensione e suggerimenti per la sua gestione

CIHS73-copMILANO – Edwards Lifesciences annuncia i risultati dello studio EU-HYPROTECT, che indica che l’uso del software Acumen HPI può contribuire a ridurre la durata e la gravità dell’ipotensione intra-operatoria nei pazienti sottoposti a chirurgia non cardiaca.

EU-HYPROTECT è uno studio multicentrico, prospettico e osservazionale che ha arruolato 702 pazienti sottoposti a chirurgia maggiore elettiva non cardiaca in 12 centri di 5 Paesi europei (Francia, Germania, Italia, Spagna e Regno Unito). È il primo studio multicentrico europeo che coinvolge una tecnologia di monitoraggio predittivo e rappresenta un’ampia base di dati raccolti in modo prospettico sulla gestione dell’ipotensione nei pazienti sottoposti a chirurgia non cardiaca. Tutti i pazienti sono stati sottoposti durante l’intervento a monitoraggio della pressione arteriosa con un catetere arterioso e con il software Acumen HPI.

Sia la durata che la gravità dell’ipotensione intra-operatoria sono associate alle complicanze post-operatorie. L’endpoint primario di questo studio, pertanto, era l’ipotensione intra-operatoria quantificata in base alla pressione arteriosa media (MAP) ponderata nel tempo <65 mmHg. Gli endpoint secondari includevano la percentuale di pazienti con almeno un episodio ≥1-min di MAP <65 mmHg e il numero di episodi ≥1-min di MAP <65 mmHg.

Tra settembre 2021 e maggio 2022, 749 pazienti sono stati arruolati nello studio e 702 inclusi nell’analisi finale. La mediana della MAP ponderata nel tempo <65 mmHg è stata di 0,03 (0,00; 0,20) mmHg. 285 pazienti (41 percento) non hanno avuto alcun episodio ≥1-min di MAP <65 mmHg; 417 pazienti (59 percento) ne hanno avuto almeno uno. Il numero mediano di episodi ≥1-min di MAP <65 mmHg è stato di 1 (0; 3).

Inoltre, sebbene lo studio non sia stato disegnato per questo endpoint, l’incidenza di lesioni renali acute è stata all’estremità inferiore del range riportato solitamente nei pazienti sottoposti a chirurgia maggiore non cardiaca.

In Europa, dei 2,5 milioni di pazienti che ogni anno si sottopongono a interventi chirurgici ad alto rischio, uno su quattro sviluppa gravi complicanze post-operatorie1,2. Durante tutto il percorso del paziente in ospedale, anestesisti e intensivisti devono analizzare grandi quantità di dati per prendere decisioni critiche per la vita dei pazienti. Un esempio è il calo critico della pressione arteriosa, noto come ipotensione. L’ipotensione intra-operatoria è comune nei pazienti sottoposti a chirurgia non cardiaca in anestesia generale3 ed è associata a un aumento della mortalità e a complicanze post-operatorie maggiori come lesioni miocardiche e lesioni renali acute.

Queste complicanze post-operatorie comportano un notevole aggravio di costi per i sistemi sanitari, in quanto sono legate a riospedalizzazioni e a un aumento della morbilità.

«Evitare l’ipotensione intra-operatoria è un compito complesso per gli anestesisti. L’attuale trattamento dell’ipotensione è principalmente reattivo e talvolta viene iniziato solo dopo che la pressione arteriosa è già scesa al di sotto dei livelli di sicurezza», spiega Elisabetta Cerutti, Direttore SOD Anestesia e Rianimazione dei Trapianti e Chirurgia Maggiore, Azienda Ospedaliero Universitaria delle Marche.

Edwards Lifesciences ha sviluppato il software Acumen HPI che fornisce ai medici informazioni sulla probabilità che un paziente sviluppi l’ipotensione. Basato su un algoritmo che calcola i dati del monitoraggio emodinamico nella gestione peri-operatoria, sfrutta l’analisi predittiva per avvisare i medici di potenziali cali di pressione prima che si verifichino.

«Il monitoraggio emodinamico predittivo può essere un approccio promettente per permettere agli anestesisti di ridurre il numero degli episodi ipotensivi e di gestirli meglio. È interessante indagare sulle innovazioni che possono supportare i medici nel processo decisionale clinico e potenzialmente migliorare la qualità delle cure», commenta Abele Donati, Dirigente Medico Universitario SOD Clinica di Anestesia e Rianimazione Generale, Respiratoria e del Trauma Maggiore, Azienda Ospedaliero Universitaria delle Marche.

«Le conseguenze della pandemia COVID-19 hanno accelerato drasticamente la necessità di soluzioni che migliorino la sicurezza e gli esiti dei pazienti, riducano la durata della degenza e aumentino l’efficienza degli ospedali. I risultati dello studio EU-HYPROTECT sono promettenti e dimostrano la necessità di monitorare meglio l’ipotensione nel percorso peri-operatorio. Migliorare la sicurezza e gli esiti dei pazienti è il nostro obiettivo finale e crediamo che l’uso del monitoraggio predittivo possa contribuire a raggiungere questo obiettivo», conclude Thomas Scheeren, Senior Director Medical Affairs EMEA di Edwards Lifesciences.

I risultati completi dello studio EU-HYPROTECT possono essere consultati qui

Edwards Lifesciences
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FONTE: Ufficio Stampa HealthCom Consulting (Carlotta Freri).