COVID-19, HIV, Epatiti, antibiotico-resistenza, vecchie e nuove infezioni al centro del “Workshop on HIV and Hepatitis Co-infection” che si tiene a Palermo il 2 e 3 Dicembre. Un’occasione per rafforzare l’impegno della città nella lotta all’HIV, iniziata nel dicembre 2019 con l’adesione al progetto Fast Track City.
Il nuovo check-point alla Casa dei Diritti è stato aperto ogni mercoledì pomeriggio per test e counselling. Nuovo slancio anche per la Rete HCV impegnata a far emergere il sommerso dell’Epatite C. Ma attenzione al COVID, i casi sono in crescita e la Sicilia è una delle regioni con il più basso tasso di vaccinazione.
PALERMO – Palermo al centro della lotta all’HIV e delle altre malattie infettive. Questo il messaggio che parte dalle iniziative che si sono tenute nel capoluogo siciliano in occasione della Giornata Mondiale contro l’AIDS del 1 dicembre, seguita dalla decima edizione del “Workshop on HIV and Hepatitis Co-infection” che si tiene 2 e 3 Dicembre al Grand Hotel Piazza Borsa di Palermo. L’evento, organizzato da Collage, vede la partecipazione di oltre 200 infettivologi di tutta Italia per confrontarsi sulle novità in tema di HIV, ma senza dimenticare altre emergenze come COVID-19, Epatiti, antibiotico-resistenza, infezioni emergenti. Presidente del convegno è il Prof. Antonio Cascio, Direttore UOC Malattie Infettive – AOU Policlinico “P. Giaccone”, Palermo e Consigliere SIMIT – Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali; Responsabili Scientifici sono Pietro Colletti, Direttore UOC Malattie Infettive Ospedale Marsala (TP) e Giovanni Mazzola Direttore UOC Malattie Infettive Ospedale Sant’Elia di Caltanissetta e Consigliere SIMIT.
PALERMO IN PRIMA LINEA CONTRO L’HIV – Il convegno rappresenta un momento importante per sancire l’impegno di Palermo contro l’HIV, già avviato a dicembre 2019 con la firma da parte dell’allora sindaco Leoluca Orlando della Paris Declaration, con cui il capoluogo siciliano diventava la terza città italiana a impegnarsi come Fast Track City. L’arrivo del COVID-19 ha impedito l’avvio delle attività, ma adesso è giunto il momento di un nuovo inizio. “Grazie alla concessione del comune della Casa Dei Diritti in via Libertà avremo un check-point proprio nel centro cittadino – sottolinea il Prof. Antonio Cascio – Il 1 dicembre è stato inaugurato alla presenza dell’Assessore alla Salute Giovanna Volo e dei direttori generali delle aziende ospedaliere di Palermo. Poi ogni mercoledì pomeriggio sarà possibile accedervi per effettuare test diagnostici e ricevere consulenze. Potremo anche prescrivere anche la PrEP, che ancora non ha la necessaria diffusione e non è rimborsata dal SSN. Questo impegno concreto ha una funzione fondamentale: tante persone ignorano di essere HIV positive, arrivano tardi alla diagnosi e alimentano l’epidemia. Il test è lo strumento per avere delle diagnosi precoci, indispensabili per avviare la terapia antiretrovirale, che oggi permette alla popolazione con HIV di avere una durata e una qualità di vita sovrapponibile a quella della popolazione generale, nonché di non essere contagiosi, come rileva l’evidenza scientifica U=U, undetectable=untransmittable”.
“L’impegno degli infettivologi contro l’HIV in questi mesi si è concretizzato anche con la scrittura di un nuovo PDTA, un progetto realizzato con la collaborazione di altri specialisti e sotto l’egida della SIMIT – ha aggiunto Giovanni Mazzola – Ora lo stiamo sottoponendo all’attenzione all’assessorato regionale alla sanità proponendolo come una linea guida per la strategia di management nella lotta all’HIV”.
I NUOVI PROGETTI DELLA RETE HCV SICILIA – Se l’HIV è al centro dell’attenzione per la Giornata del 1 dicembre, il convegno di Palermo pone grande attenzione anche al tema dell’Epatite C, su cui la Sicilia si è rivelata un modello importante e si prepara a ulteriori sforzi. “I trattamenti antivirali ad azione diretta permettono di eradicare il virus definitivamente, in poche settimane e senza effetti collaterali, ma resta il problema di far emergere il sommerso di coloro che ignorano di essere affetti dall’HCV – spiega Pietro Colletti – La nostra regione si è organizzata nella Rete HCV Sicilia, con oltre 40 centri di malattie infettive, epatologia, medicina interna che hanno permesso di trattare circa 20mila pazienti sui 243mila trattati a livello nazionale. Adesso la rete HCV Sicilia si sta impegnando in progetti di microeradicazione concentrati su popolazioni speciali, come i detenuti, i tossicodipendenti o coloro che sono nati in determinate fasce di età, dove potrebbero nascondersi dei serbatoi del virus, che si vuole eliminare definitivamente entro il 2030 come previsto dall’OMS. Questo approccio finora ha funzionato molto bene, adesso la sfida è più impegnativa, ma superati gli ostacoli della pandemia potremo dar seguito ai nostri sforzi”.
LA PREOCCUPAZIONE PER IL COVID IN AUMENTO – I dati della settimana 18-24 novembre in Sicilia hanno registrato un peggioramento dell’incidenza del COVID-19 per 100mila abitanti (223,6) e un aumento dei nuovi casi del 4,4% rispetto alla settimana precedente. I posti letto in terapia intensiva occupati da pazienti Covid (3,3%) sono sopra media nazionale. Il dato più preoccupante in vista dell’inverno è la percentuale di popolazione over 5 anni che non ha ricevuto nessuna dose di vaccino, che in Sicilia è pari al 13,2% (media Italia 10,6%). “In questi due anni e mezzo di pandemia nella lotta al Covid c’è stata un’efficace collaborazione tra ospedali e territorio – sottolinea Giovanni Mazzola – Attualmente la curva epidemica riflette quella nazionale, ma si teme un incremento dei contagi a causa della circolazione dei virus respiratori nei mesi invernali e per l’allentamento delle misure di contenimento. Le nuove sottovarianti di Omicron Cerberus e Gryphon, inoltre, sono più contagiose e sono già dominanti a livello nazionale. Ci avviciniamo alle vacanze natalizie con un approccio più ottimista degli anni scorsi, ma restano fondamentali il mantenimento di alcune misure di contenimento nei casi più a rischio e una maggiore diffusione dei richiami vaccinali con la nuova somministrazione bivalente, che protegge soprattutto i soggetti più fragili dalla malattia grave, coprendo anche la variante Omicron”.
FONTE: Studio Diessecom (Daniele Toscano).