SIMG – I medici di famiglia pronti alla nuova ondata di COVID

L'impegno tra vaccini, assistenza ai fragili e sempre più casi di Long Covid

Partito il nuovo progetto di formazione dei medici di famiglia sulle malattie infettive. Attenzione per COVID-19, HCV, Epatite Delta e HIV. La sinergia con le istituzioni e con gli infettivologi per rafforzare le difese in vista delle nuove ondate di SARS-CoV-2, che avranno un minore impatto clinico ma non inferiore rilievo epidemiologico.

“Il Medico di Medicina Generale in questa fase deve identificare i pazienti a cui somministrare il booster bivalente, con particolare attenzione all’opzione della co-somministrazione dei vaccini contro COVID e influenza; deve poi prescrivere gli antivirali in tempi brevi ai pazienti che ne hanno necessità; gestire il Long COVID, che colpisce più del 30% dei pazienti” sottolinea Alessandro Rossi, Responsabile SIMG Malattie Infettive

IL MEDICO DI FAMIGLIA SI PREPARA ALLE NUOVE ONDATE DI COVID – Questo inizio di autunno ci ha messo di fronte a una nuova crescita di contagi da COVID-19, con decine di migliaia di casi ogni giorno, a cui fortunatamente non ha corrisposto un aumento dei decessi e una maggiore pressione sugli ospedali. Una prima sperimentazione di una serie di ondate che probabilmente ci attendono nei prossimi mesi e su cui la Medicina Generale si sta attrezzando. A questa nuova fase è stato dedicato il webinar “COVID 19: uno sguardo indietro ed uno avanti. Nuovi modelli organizzativi per la gestione dei pazienti COVID 19”, prima tappa del progetto “We stand with public health: a call to action for infectious disease. The actual and the future vision”, organizzato da Regia Congressi con il patrocinio della Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie – SIMG e della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali – SIMIT, con il contributo non condizionante di Gilead Sciences, presentato lo scorso luglio presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati.

Al webinar hanno partecipato il Prof. Claudio Cricelli, Presidente SIMG; Prof. Massimo Andreoni, Direttore Scientifico SIMIT; Prof. Giovanni Rezza, Direttore Generale Prevenzione Ministero della Salute; Anna Teresa Palamara, Direttore Dipartimento Malattie Infettive ISS; Alessandro Rossi, Coordinatore del Progetto e Responsabile area Malattie Infettive SIMG; Ignazio Grattagliano Coordinatore attività Covid-19 SIMG; Francesco Lapi, Direttore Ricerca Health Search, Istituto di Ricerca SIMG; Prof. Marco Borderi, Dirigente medico dell’Unità di Malattie infettive del Policlinico Sant’Orsola Malpighi, Bologna. Il contributo delle istituzioni è giunto con l’intervento di Luca Coletto, Assessore alla Sanità Regione Umbria e con il messaggio di sostegno da Alessio D’amato, Assessore Sanità e integrazione Socio-Sanitaria Regione Lazio, e dall’On. Maria Teresa Bellucci, Responsabile nazionale Dipartimento terzo settore Salute Fratelli d’Italia. A moderare il giornalista scientifico Daniel Della Seta.

“Il ruolo del Medico di Medicina Generale in questa fase diventa ancor più strategico – sottolinea Alessandro Rossi – Gli hub vaccinali sono stati in gran parte smantellati, pertanto spetta a noi farci carico delle dosi booster di vaccino bivalente e dovremo attrezzare i nostri studi a dovere. In secondo luogo, siamo alla vigilia della campagna vaccinale contro l’influenza, che coinvolgerà circa 10 milioni di persone, che sono prevalentemente quegli stessi soggetti fragili a cui andrebbe somministrato anche il richiamo contro il COVID: dovremo quindi comunicare ai pazienti l’opportunità della cosomministrazione dei due vaccini, anche nella stessa seduta. Inoltre, bisogna tenere conto che il nuovo carico di contagi non implica una particolare gravità clinica, ma alcuni pazienti (anziani, immunodepressi, affetti da comorbidità) devono essere attenzionati e avviati in tempi rapidi alle terapie antivirali. Ogni paziente poi deve essere monitorato e assistito dal Medico di Medicina Generale con certificati, tamponi di guarigione e ogni altra necessità. Infine, bisogna affrontare i numerosi casi di Long COVID, sviluppato in circa il 30% dei pazienti, con sintomi molto aspecifici che vanno interpretati e curati insieme agli specialisti”.

I NUOVI SCENARI PANDEMICI – I contributi scientifici sopraggiunti in occasione di questo appuntamento online hanno permesso di tracciare una ricostruzione di quanto avvenuto in questi due anni e mezzo e di delineare lo scenario attuale, in cui il virus è diventato parte della nostra quotidianità, ma arginabile con contromisure efficienti quali vaccini e farmaci. Stiamo attraversando un periodo di transizione, caratterizzato da un minore impatto clinico, ma non un inferiore rilievo epidemiologico. È la fine sociale dell’epidemia, non quella biologica: nonostante i circa 40mila casi al giorno, la gravità è diminuita, sia per la minore virulenza del virus nelle varianti di Omicron, sia per la protezione offerta dai vaccini, che hanno controbilanciato la maggiore trasmissibilità del virus.

LA NECESSITA’ DI UNA NUOVA IMPOSTAZIONE DELLA MEDICINA GENERALE – Il Medico di Medicina Generale può acquisire un ruolo determinante nella gestione delle malattie infettive. È quanto emerso con il Covid-19, ma questa funzione riguarda anche HIV, Epatite C ed Epatite Delta, patologie per cui oggi esistono trattamenti innovativi verso cui proprio il medico di famiglia può indirizzare il paziente. La SIMG sta fronteggiando queste nuove esigenze con diverse iniziative tra cui questo progetto di formazione. “La medicina di famiglia non potrà più essere la stessa di prima della pandemia, la quale ha segnato un punto di non ritorno – sottolinea il Prof. Claudio Cricelli – Prima ci occupavamo essenzialmente della cronicità, seguendo pazienti anziani e con comorbidità; oggi dobbiamo pensare a uno scenario di programmazione del lavoro che non sia occasionale ma sistematizzato. Tutto questo non lo possiamo fare da soli: servono una sensibilizzazione dei pazienti, una rete con gli specialisti, il supporto delle istituzioni. In questo percorso dovremo anche disegnare un nuovo modello di formazione, basato su una maggiore consapevolezza, strumenti concreti, capacità di intervento per una diagnosi precoce e un’immediata applicazione della terapia del caso. Servono coraggiose riforme del sistema, una rigorosa governance delle regioni, degli investimenti vincolati per il personale sanitario, al fine di non sprecare le risorse offerte dal PNRR”.

FONTE: Studio Diessecom – Salvo Cagnazzo