Roma Action Plan – update 2022-2025

Dal dire al fare per sconfiggere il diabete

Nei municipi dell’area metropolitana di Roma la prevalenza del diabete varia notevolmente a seconda della struttura demografica e della composizione socioeconomica della popolazione: le aree più svantaggiate e periferiche sono quelle con la prevalenza maggiore, dove si arriva fino ad un picco del 7,3%, valore decisamente superiore alla media nazionale del 5,4%

Roma Action Plan – Update 2022-2025 vuole dare concretezza e continuità a quanto iniziato con l’Action Plan 2019-2022, indicando le azioni necessarie da mettere in atto per arrestare lo sviluppo pandemico del diabete tipo 2.

Diabete - Foto di Steve Buissinne da Pixabay
Diabete – Foto di Steve Buissinne da Pixabay

ROMA – La prevalenza media del diabete nel Lazio è del 6,6%, ma nell’area metropolitana della capitale il dato arriva fino ad un picco del 7,3%, valore decisamente superiore alla media nazionale del 5,4%. Per bloccare il diabete urbano e investire nella salute dei cittadini Roma ha aderito nel 2017 al programma internazionale Cities Changing Diabetes, che rinnova oggi il suo impegno attraverso il documento Roma Action Plan – Update 2022-2025, che vuole dare concretezza e continuità a quanto iniziato con l’Action Plan 2019-2022.

Il documento è stato redatto nell’ambito del programma internazionale Cities Changing Diabetes, ideato dall’University College London (UCL) e dal danese Steno Diabetes Center, con il contributo dell’azienda farmaceutica Novo Nordisk. È stato realizzato in collaborazione con il Ministero della Salute, Health City Institute, Regione Lazio, Roma Capitale, Roma Città Metropolitana, l’Istituto Superiore di Sanità, Intergruppo parlamentare qualità di vita nelle città, Anci – Associazione Nazionale Comuni Italiani, Istat, Fondazione Censis, Coresearch, Italian Barometer Diabetes Observatory (Ibdo) Foundation, Medi-Pragma, e tutte le Università di Roma, le Società Scientifiche del Diabete e della Medicina Generale (AMD, SID, SIEDP, SIMG) e dell’Obesità (SIE, SIO, ADI) e le Associazioni pazienti e di Cittadinanza e ha visto coinvolti oltre 140 esperti e ricercatori.

«Con l’Action Plan 2019–2022 abbiamo analizzato il contesto urbano, messo in luce i punti di attenzione e criticità e monitorato la sua evoluzione, ciò ha rappresentato il primo fondamentale passo per poter definire come invertire la curva di crescita del diabete urbano», afferma Andrea Lenzi, Presidente del Comitato Nazionale per la Biosicurezza, le Biotecnologie e le Scienze della Vita (CNBBSV) della Presidenza del Consiglio dei Ministri e Presidente dell’Health City Institute. «Oggi presentiamo un impegnativo piano di azione triennale, il Roma Action Plan – Update 2022-2025, che vuole porre le basi per fare un ulteriore passo in avanti indicando le azioni necessarie da mettere in atto per arrestare lo sviluppo pandemico del diabete di tipo 2».

«L’area metropolitana racchiude profonde differenze fra i municipi per quanto riguarda la struttura demografica e la composizione socioeconomica della popolazione. È emersa una correlazione tra le aree più svantaggiate e periferiche della città e una maggiore prevalenza di diabete, basti pensare che dove il tasso di disoccupazione sfiora il 13%, la prevalenza di diabete è vicino al 7%», commenta Antonio Nicolucci, Direttore di Coresearch. «Per questo è necessario immaginare un nuovo modello di welfare urbano che promuova stili di vita più adeguati e che porti ad un aumento di infrastrutture che facilitino lo svolgimento di attività fisica in tutta l’area urbana».

«Le limitazioni economiche hanno un peso sulla salute e le opportunità di cura che aumenta quando si intrecciano con altre forme di vulnerabilità sociale. Dobbiamo ridurre le disuguaglianze tenendo conto di questo effetto incrementale e agendo nelle zone più a rischio, ciò significa intervenire a supporto della prevenzione primaria, rendendo il contesto urbano adatto alla conduzione di stili di vita sani, e della prevenzione secondaria, rafforzando la rete di servizi sociosanitaria a disposizione di tutti», aggiunge Ketty Vaccaro, responsabile Area salute e welfare, Fondazione Censis.

«Attraverso il programma Cities Changing Diabetes, che ad oggi coinvolge 41 metropoli di tutto il mondo, siamo riusciti ad evidenziare il rapporto tra urbanizzazione e diabete di tipo 2 e promuovere iniziative per salvaguardare la salute dei cittadini e prevenire la malattia», continua Federico Serra, Segretario Generale Health City Institute e di C14+, Capo Segreteria Tecnica Intergruppo Parlamentare Qualità di Vita nelle Città. «Ora è tempo di responsabilizzare maggiormente le persone e istituzioni sui temi della promozione della salute, a partire dagli enti locali, dalle istituzioni educative e formative e dalle stesse imprese, con scelte più orientate al rispetto dell’ambiente, alla cura delle persone e al benessere delle comunità».

La connotazione del tessuto urbano e le azioni per modificarlo sono significative per la prevenzione e la cura del diabete di tipo 2. In questa fase attuativa del programma Cities Changing Diabetes, in cui appunto è necessario tradurre concretamente il “dire” in un “fare”, è importante l’azione coordinata tra mondo accademico, scientifico e politico. A questo proposito il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, nella prefazione del documento che sarà presentato questo pomeriggio, ha commentato di voler cambiare il volto della assistenza sanitaria a Roma, avviandosi a passo deciso verso la sanità del futuro, per migliorare cura e assistenza, per sfruttare le nuove tecnologie e portare i servizi più vicini alle persone.

«Roma si è mostrata in prima linea nello studio delle dinamiche che legano l’urbanizzazione alla salute dei cittadini e tramite l’Action Plan – Update 2022-2025 si impegna a dare massima concretezza al concetto di salute come bene comune. Il coinvolgimento nel progetto Cities Changing Diabetes interessa non solo l’Amministrazione di Roma Capitale e la Città Metropolitana, ma stimola tutta l’Associazione Nazionale dei Comuni italiani nella ricerca di soluzioni per migliorare la qualità di vita dei cittadini e delle persone con diabete. Parlare di Urban Health e di diabete urbano è oggi fondamentale e prioritario: si tratta di una sfida globale, per la quale le città sono chiamate a diventare centri di innovazione nella gestione e nella risposta ai fenomeni epidemiologici in atto», commenta on. Roberto Pella, co-Presidente dell’Intergruppo Parlamentare sulla qualità della vita nelle città e Vicepresidente Vicario ANCI. «A questo proposito già nel 2017 era stata firmata a Roma dal Ministero della Salute e da ANCI la Urban Health Rome Declaration, con l’intento di coinvolgere Comuni, Istituzioni, università, istituti di ricerca, autorità sanitarie, mondo dello sport e imprese nella definizione e nell’attuazione di azioni strategiche volte a promuovere il concetto di salute come elemento imprescindibile per il benessere di una società», continua Enzo Bianco, Presidente del Consiglio Nazionale di ANCI e di C14+. «Con salute non ci si riferisce solo alla sopravvivenza fisica o all’assenza di malattia, ma anche agli aspetti psicologici, alle condizioni naturali, ambientali, climatiche e abitative, alla vita lavorativa, economica, sociale e culturale; tutti aspetti importanti che concorrono nel definire la qualità di vita delle persone».

«Il programma Cities Changing Diabetes è stato lanciato a livello globale nel 2014 e da allora Novo Nordisk è impegnata a rendere gli ambienti urbani un luogo di promozione della salute. Siamo convinti che il cambiamento del contesto urbano abbia un ruolo incisivo nel condurre verso uno stile di vita più sano, e come azienda abbiamo fortemente sposato questa causa impegnandoci in un modo strutturale», dichiara Drago Vuina, General Manager e Corporate Vice President Novo Nordisk Italy. «Riteniamo che sia importante coinvolgere la popolazione nelle diverse strategie messe in atto per salvaguardare la salute della città e dei cittadini, così da guidarli a un cambiamento significativo per la loro salute e per l’ambiente», conclude.

FONTE: Ufficio Stampa Hill+Knowlton Strategies (Laura Fezzigna).