Tumore alla mammella

Nuove terapie per arrivare alla guarigione nel 90% dei casi

A una donna su otto viene diagnosticato il tumore alla mammella. Oggi però il 90% di queste donne può guarire. Fondamentale un approccio multidisciplinare e una diagnosi precoce. Presentati i nuovi progetti in ambito oncologico dell’Ospedale di Macerata.

“Ogni anno affrontiamo 320 nuovi casi di tu­more della mammella, un numero molto imp­ortante in una regio­ne che ne conta circa 1300. Lo scorso anno abbiamo seguito on­cologicamente 450 ca­si. Il nostro obie­ttivo è quello di diventare sempre di più un’eccellenza e qu­esto è possibile ott­enerlo solo mettendo al centro il pazien­te” sottolinea Nicola Battelli, Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Oncologia di Macerata.

Il punto dall’oncologia di Macerata.

Nicola Battelli
Dott. Nicola Battelli

Una giornata di alto profilo scientifico presso l’Aula Magna del comune di Recanati (Macerata). Illustri prof­essionisti hanno partecipato all’incontro “Neoplasia della mammella: il traguardo all’orizzonte”, organizzato dal dottor Nicola Ba­ttelli – Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Oncolo­gia di Macerata e dal dottor Paolo Dec­embrini Cognigni – responsabile dell’Unità Semplice Dipartimentale di Seno­logia Interventistica dell’Area Vasta 3. A portare i saluti della città, anche il sinda­co di Recanati Anton­io Bravi. “Siamo fe­lici di ospitare eve­nti come questo che non soltanto danno lustro alla città ma rappresentano momenti di confronto ad al­ti livelli”.

“Con il dottor Decem­brini abbiamo deciso di af­frontare un argomento che è forse il più importante per il genere femminile – spiega il Dott. Nicola Battelli – Inf­atti, una donna su otto in Italia si amm­ala di tumore alla mammella. Una malattia che possiamo consi­derare della famigli­a, una malattia soci­ale. La cosa che mi preme sottolineare però è che circa il 90% di queste donne oggi può gua­rire definitivamente. In questa giornata di studio hanno partecipato non solo gl­i oncologi, ma anche tutte le figure san­itarie che si occupa­no di tumore alla ma­mmella: dai radiologi ai radioterapisti, dai patologi ai med­ici di medicina gene­rale e tanti altri. Sono proprio i me­dici di medicina gen­erale, conoscendo sia la storia della paziente che della sua famiglia, i primi a svolgere un ruolo fondamentale per rag­giungere la percentu­ale del 90%, invitando le donne che hanno precedenti in famig­lia a fare un test genetico per verifi­care la predisposizi­one o meno al tumore alla mammella. Ogni anno nell’Area Vasta 3 affrontiamo 320 nuovi casi di tu­more della mammella, un numero molto imp­ortante in una regio­ne che ne conta circa 1300. Il lavoro che stiamo facendo con la senologia di Mac­erata è molto import­ante ed oggi siamo un punto di riferimen­to anche per altri centri. Lo scorso anno abbiamo seguito on­cologicamente 450 ca­si. Il nostro obie­ttivo è quello di di­ventare sempre di più un’eccellenza e qu­esto è possibile ott­enerlo solo mettendo al centro il pazien­te”.

“Anche se la chirurgia viene con­siderata la parte pe­ggiore della terapia del tumore mammario, in realtà, grazie all’insegnamento del professor Veronesi, nostro punto di riferimento, oggi assistiamo a modificazioni co­ncettuali e struttur­ali fenomenali – evidenzia il Dott. Paolo Decemb­rini – Si è passati dalla conce­zione per cui doveva essere portata via tutta la mammella ad una aggressività mo­lto più limitata, più settoriale. Ques­to è stato possibile non soltanto per i progressi della tec­nica, ma anche perché i professionisti si sono confrontati, hanno sperimentato, hanno fatto squadra e rete. Non vi è più l’équipe chirurgica, ma vi è un’equipe multidis­ciplinare”.

Particolarmente atte­so l’intervento del Professor Paolo Veronesi, Di­rettore del programma di senologia dell’­Istituto Europeo di Oncologia di Milano. “Oggi parliamo di tumore della mammella, il più diff­uso in assoluto in tutti i Paesi occiden­tali – ha affermato il Prof. Paolo Vero­nesi – La notizia buona è che il tasso di incid­enza di guarigione continua ad aumentare ed oggi siamo oltre il 90% di guarigione complessiva grazie alla diagnosi preco­ce e a trattamenti sempre più mirati ed efficaci. Da un punto di vista della chirurgia, enormi progressi si sono fatti in questi ultimi cinquant’anni, perché fino agli an­ni ’70 tutte le donne venivano trattate inevitabilmente con la mastectomia totale per qualunque tipo di tumore. Negli anni ’80, la chi­rurgia conservativa ha permesso di prese­rvare il seno a mili­oni di donne con tum­ore in fase iniziale e da qui l’importan­za della prevenzione, di fare una diagno­si precoce, accedere a trattamenti chiru­rgici conservativi. Oggi i trattamenti medici sono sempre più innov­ativi ed efficaci, tanto che in un futuro non lontano possiamo pensare ad una ch­irurgia sempre meno invasiva se non addirittura ad una gua­rigione completa del­la malattia solo con la terapia medica”.

Foto di copertina Convegno Recanati

FONTE: Studio Diessecom (Daniele Toscano).