Rivoluzione vaccinale in arrivo per i pazienti diabetici

Nuove linee guida e proposte operative per una maggiore prevenzione

Ogni anno i pazienti affetti da diabete sono vittime di virus influenzali e altre infezioni che aumentano la morbilità e il rischio di mortalità. I vaccini, che riducono drasticamente questi effetti, sono però ancora sottoutilizzati.

“In Lombardia, su circa 400mila pazienti diabetici, il 40% circa è vaccinato contro l’influenza, meno del 15% contro il meningococco e lo pneumococco, meno del 2% per l’Herpes Zoster. Queste cifre espongono la popolazione fragile a nuovi rischi, insufficienza respiratoria, ricoveri, decessi” sottolinea il Prof. Paolo Fiorina, Professore Ordinario di Endocrinologia, Università degli Studi di Milano.

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Prof. Paolo Fiorina

LA FUNZIONE DEI VACCINI NEL PROTEGGERE I PAZIENTI FRAGILI – Durante la pandemia, i pazienti fragili hanno dimostrato di essere particolarmente predisposti a infezioni, polmoniti, ricoveri ospedalieri e mortalità. Da questi dati è emersa la necessità di spingere sul fronte dell’accesso di tali pazienti alle vaccinazioni, da quella contro il Covid-19 a quelle contro altri agenti patogeni, quali pneumococco, virus influenzale, meningococco ed Herpes Zoster, allo scopo di ridurre morbilità e mortalità.

GLI STATI GENERALI E UN NUOVO MODELLO DI PREVENZIONE – L’Università degli Studi di Milano sabato 14 maggio ha ospitato gli “Stati Generali delle vaccinazioni del soggetto fragile/cronico in Lombardia: dalle linee guida alle proposte operative”, di cui è stato responsabile scientifico il Prof. Paolo Fiorina, Professore Ordinario di Endocrinologia, Università degli Studi di Milano e Direttore Endocrinologia Ospedali Sacco-Fatebenefratelli. Obiettivo dell’iniziativa è proporre un confronto tra clinici di diverse discipline e rappresentanti della Regione Lombardia per lanciare una nuovo modello di prevenzione, senza barriere burocratiche e con un accesso preferenziale per i pazienti fragili, a partire da quelli diabetici.

“Si parla di Stati Generali perché è la prima volta che specialisti di diverse discipline ed esponenti della Regione si sono seduti attorno a un tavolo per trovare delle soluzioni per tutelare la salute dei pazienti diabetici – evidenzia il Prof. Paolo Fiorina – Serve una campagna di prevenzione seria e di lungo periodo, che guardi al prossimo decennio con l’obiettivo di ridurre ricoveri e mortalità. Abbiamo proposto alla Regione soluzioni come la riattivazione degli hub, il coinvolgimento dei Medici di Medicina Generale e delle farmacie, la creazione di centri ad hoc all’interno degli ospedali per vaccinare i pazienti fragili. Il Covid ha dimostrato gli effetti infausti che un’infezione può avere su questi soggetti e la prevenzione che può esercitare la vaccinazione, per questo dobbiamo cogliere la lezione per il futuro”.

DIABETE, UNO SCENARIO PREOCCUPANTE – Il diabete mellito di tipo 2 è una delle patologie croniche che colpiscono maggiormente la popolazione italiana. L’Istat stima che nel 2016 oltre 3 milioni di persone siano state affette da questa patologia, cioè il 5,3% dell’intera popolazione. Una cifra a cui va aggiunto il “sommerso” di coloro che non sanno di essere affetti dalla malattia e che probabilmente è aumentato per gli effetti negativi sullo stile di vita della pandemia. Intervenire su questa popolazione risulta essenziale: oltre al vaccino contro il Covid-19, per il quale le autorità sanitarie raccomandano anche di effettuare la quarta dose, l’obiettivo è aumentare la somministrazione degli altri vaccini disponibili: antinfluenzale, pneumococcico, contro l’Herpes Zoster, contro il meningococco, senza dimenticare tutti i richiami delle vaccinazioni che vengono effettuate nel corso dell’età pediatrica.

“L’immunità cellulare nel paziente diabetico è alterata, quindi infezioni come meningococco o pneumococco possono provocare una polmonite molto severa – prosegue il Prof. Paolo Fiorina – Anche infezioni non particolarmente gravi, come l’influenza, possono provocare infarto miocardico, insufficienza respiratoria, sequele batteriche che si inseriscono sull’infezione originale aumentando a dismisura il rischio di ospedalizzazione e di esiti peggiori. Per capire l’impatto che può avere la prevenzione, è sufficiente analizzare un parametro relativo alla sopravvivenza intraospedaliera di pazienti diabetici con la glicemia elevata, sopra i 180: in questi casi, la mortalità intraospedaliera da infezioni respiratorie può arrivare anche al 60-70%. Si intuisce la drammaticità della mancata vaccinazione, con la mortalità che ha valori quasi doppi”.

I NUMERI “DESOLANTI” DEI VACCINI – “Ad oggi, i numeri dei vaccini nei pazienti diabetici sono desolanti – aggiunge il Prof. Fiorina – In Lombardia, su circa 400mila pazienti diabetici, il 40% circa è vaccinato contro l’influenza, meno del 15% contro il meningococco e lo pneumococco, meno del 2% per l’Herpes Zoster. Queste cifre espongono a periodiche epidemie di diverse infezioni, con conseguenti complicanze, casi di insufficienza respiratoria, ricoveri, decessi”.

FONTE: Studio Diessecom (Salvo Cagnazzo).