Tumori del sangue

Da Firenze riparte la campagna Ail sulle cellule Car-T

Da Firenze l’Associazione italiana contro le leucemie lancia una campagna per diffondere la conoscenza della terapia con le cellule Car-T, un metodo rivoluzionario capace di indurre remissioni complete nei pazienti da alcuni tipi di tumore.

Tumori-del-sangue-copFIRENZE – Riparte da Firenze la campagna itinerante e online dell’associazione italiana contro le leucemie (Ail) per informare i pazienti affetti da alcuni tumori del sangue sull’efficacia delle Car-T. Una terapia all’avanguardia che, mediante dei linfociti T ingegnerizzati è in grado di offrire concrete opportunità ai pazienti affetti dalla leucemia linfoblastica acuta, linfoma diffuso a grandi cellule b, linfoma primitivo del mediastino e del mieloma. L’iniziativa conta sul supporto non condizionante di Celgene, Janssen e Novartis. Il claim scelto per la campagna è Car-T Destinazione futuro.

Amadori: “Una terapia rivoluzionaria”
“È il nome giusto e appropriato per questa campagna che ha il compito di fare informazione adeguata, trasparente e comprensibile a favore dei pazienti affetti da tumori del sangue, familiari e caregiver– spiega alla ‘Dire’ Sergio Amadori professore di Ematologia e consigliere nazionale di Ail- sull’importanza di questa terapia, che è davvero rivoluzionaria e che fa seguito a tutti i progressi della medicina nel campo del sangue iniziati circa 20 anni fa”. Una svolta significativa emersa nell’ultimo quinquennio e che ha riacceso la speranza di guarigione in pazienti refrattari agli altri percorsi di cura.

“Sono in grado di indurre delle remissioni complete– evidenzia Amadori- in pazienti affetti da tumore che avevano concluso il loro iter terapeutico senza avere avuto una risposta importante”. Un autentico miracolo per pazienti che hanno visto crescere le possibilità di remissione della malattia fino all’82% per la leucemia linfoblastica, fra il 40 e il 50% per due linfomi non-Hodgkin molto aggressivi, e l’aspettativa di sopravvivenza fino a due anni nel 51% dei casi di mieloma. La campagna informativa di Ail si articola in una landing page sul sito dell’associazione con tutte le informazioni più salienti sulle Car-T, insieme alla mappa dei centri autorizzati.
Obiettivo è chiarire sia i dubbi legati ai tempi di attesa che gli interrogativi sui possibili effetti collaterali: un’eccessiva risposta immunitaria, d’altra parte, può causare talvolta la sindrome da rilascio da citochine. In ogni caso, precisa sul punto Amadori, “è molto migliorata la gestione di questi pazienti, oggi la tossicità è controllata meglio, gli ematologi hanno imparato a contenere e a trattare queste complicanze e i risultati si confermano nel corso degli anni”.

In toscana ci sono quattro Centri CAR-T
“La Toscana è una regione molto attiva, abbiamo una rete di quattro centri che lavorano sulla Car-t: oltre a Careggi, l’ospedale pediatrico Meyer, il policlinico di Siena e Pisa“. A evidenziarlo, parlando alla Dire, è il professore di Ematologia e consigliere nazionale di Ail, Sergio Amadori, in merito alla campagna informativa lanciata dall’associazione sulla terapia anti-cancro, indicata per trattare alcuni tumori del sangue, che sfrutta l’ingegnerizzazione di linfociti T.
“Chiaramente- aggiunge Amadori- speriamo che si possa arrivare a creare una rete reale, all’interno della quale quando una struttura ha dei letti liberi per le Car-t e un altro ospedale no, si possano anche trasferire i pazienti. Questo è il punto, molti di questi ospedali hanno iniziato da un anno, due anni, hanno un paio di letti e dietro le spalle hanno trenta, quaranta persone che sono tutte in attesa. Creando una rete si possono distribuire i pazienti almeno in questa regione o anche andando in regioni limitrofe”.

Guardando in prospettiva, del resto, si tratta di un percorso di cura destinato ad allargare già nei prossimi anni il proprio spettro di efficacia: “Vogliamo che il paziente capisca che non è una terapia per tutti– avverte Amadori- ma che diventerà per tutti e che, quindi, in questa fase bisogna essere fiduciosi, perché facendo rete anche all’interno del nostro Paese si possono trovare delle soluzioni che consentono di andare in questi ospedali”. Il docente di Ematologia traccia, in proposito, già un primo bilancio: “Siamo partiti cinque anni fa con due, tre centri che fanno le Car-t quattro, adesso siamo sopra i 30 centri, siamo presenti ormai su tutto il territorio nazionale e questo è sicuramente l’obiettivo di questa campagna”.

Saccardi (Careggi): “Le cellule CAR-T proiettili anticancro“ 
Le cellule Car-T offrono chance solide di guarigione per alcuni tumori del sangue. I risultati sono eloquenti e insperati per molti pazienti che hanno esaurito i percorsi tradizionali di cura. Ma qual è il loro segreto? Lo spiega alla ‘Dire’ il direttore del dipartimento Terapie cellulari e medicina trasfusionale dell’ospedale di Careggi, Riccardo Saccardi, a margine della conferenza stampa di presentazione della tappa fiorentina di ‘Destinazione futuro’, la campagna informativa lanciata da Ail: “Le Car-T sono cellule prelevate dal paziente stesso, del sistema immunitario, che vengono modificate geneticamente per poter aggredire e distruggere le cellule tumorali– dichiara Saccardi- il processo parte con la raccolta delle cellule del paziente stesso che vengono poi inviate in un laboratorio specializzato, dove viene fatta l’ingegnerizzazione del Dna di queste cellule”.

Subito dopo, aggiunge, “vengono congelate, riportate al centro di somministrazione. Qui si fa una emoterapia di preparazione e poi si infondono le cellule. Queste cellule si individuano e si espandono, si moltiplicano, fanno il loro effetto e tendono a persistere nel meccanismo del paziente. Siccome sono cellule del paziente stesso non ci sono reazioni di rigetto o di incompatibilità“. La loro efficacia è estremamente mirata: “Queste cellule- fa notare Saccardi- sono state istruite a riconoscere e distruggere le cellule tumorali, indipendentemente dai meccanismi con cui i tumori tendono a difendersi e a sfuggire al nostro sistema immunitario. Questa modifica le rende una sorta di proiettili e vengono attivate ogni volta che incontrano una cellula tumorale. Hanno inoltre la capacità, una volta attivate, di richiamare le altre cellule e di amplificare la reazione contro il tumore, fino a quando questo non viene completamente distrutto”.

FONTE: COMUNICATI STAMPA Come S.r.l.