La Medicina Generale al centro delle cure primarie

Il PNRR opportunità per consolidare la sanità del territorio

La Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie interviene con proposte concrete su quale potrà essere la nuova organizzazione della medicina territoriale con gli investimenti in arrivo grazie ai fondi europei. Pronta anche la proposta della prima Conferenza nazionale della medicina generale per affrontare le priorità.

“Dobbiamo ridefinire l’entità dell’allocazione delle risorse del fondo Sanitario di parte corrente per la Medicina Generale, cui vanno aggiunte le risorse una tantum del PNRR. Le risorse aggiuntive servono agli investimenti utili alle trasformazioni radicali dei modelli organizzativi della medicina territoriale. È necessaria una riflessione ampia che riguardi tutte le componenti delle medicina, ma anche la società civile” sottolinea il Prof. Cricelli, Presidente SIMG.

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Claudio Cricelli

LE SFIDE DELLA MEDICINA GENERALE E LA NECESSITA’ DI NUOVI STRUMENTI – La nuova fase dell’emergenza pandemica ha acuito nuovamente i limiti della medicina generale, già messa a dura prova dall’inizio della pandemia. L’influenza stagionale, le patologie croniche, le campagne vaccinali sono impegni che richiedono un grande sforzo ai medici di famiglia. Per questo dal 38° Congresso della Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie – SIMG in corso a Firenze parte l’appello per nuova organizzazione della medicina del territorio.

“Una revisione organizzativa del sistema sanitario e in particolare delle cure territoriali è indispensabile – sottolinea il Prof. Claudio Cricelli, Presidente SIMG – Dobbiamo definire le priorità nell’allocazione delle risorse del PNRR, che resta comunque un piano straordinario Devono essere delineati gli investimenti necessari, utili alle trasformazioni radicali dei modelli organizzativi della medicina territoriale. È necessaria una riflessione ampia che riguardi tutte le componenti delle medicina, ma anche la società civile”.

I TRE PUNTI PROPOSTI DALLA SIMG – La posizione della SIMG si articola in tre elementi che fanno parte di un discorso unico, visto che i problemi vanno affrontati contestualmente e non a compartimenti stagni. “Anzitutto, devono essere definiti al dettaglio i compiti della Medicina Generale, alla luce soprattutto di un percorso di formazione adeguato – aggiunge Ovidio Brignoli, Vice Presidente della SIMG – Si deve strutturare una specializzazione vera e propria, che porti al superamento dell’attuale Diploma del corso di medicina generale e, come avviene per i medici specializzandi, anche i MMG in formazione devono poter accedere a un percorso di formazione e lavoro, senza essere relegati a un ruolo di osservatori passivi, per poter essere subito pronti a esercitare la professione. In secondo luogo, la qualità della professione dipende dall’organizzazione e dagli strumenti: dobbiamo definire quale sia il modello di lavoro del medico di famiglia, quali siano i locali in cui deve operare, quali debbano essere gli standard di uno studio medico, senza dimenticare le novità provocate dalla pandemia, che ha reso di fatto inagibili studi troppo piccoli. Ci vogliono spazi, percorsi dedicati, aree di accoglienza, apparecchiature, diagnostica; lo studio del MMG deve diventare anche luogo di insegnamento. Ci sono varie soluzioni di riferimento che costituiscono le “ Best Practices “ in molte parti del Paese”.

“È fondamentale – sottolinea Cricelli – che inizi una riflessione totalmente nuova che definisca i servizi, le risorse economiche e umane sulle nuove strutture della Medicina Generale. I MMG con i loro studi coprono tutto il territorio nazionale con una vicinanza al cittadino che non ha eguali. La MG generale esprime oggi una grande maturità ed è in grado di colmare lo storico divario con la Medicina Specialistica come ha dimostrato l’esperienza pandemica. Esse sono interconnesse e devono essere rese interoperabili con una continuità di funzioni facilitata da un ampia evoluzione digitale”.

“Per completare il quadro di riforme auspicato dalla SIMG – conclude il Prof. Cricelli – dal nostro congresso lanciamo la proposta dell’organizzazione, entro il primo semestre del 2022, della prima Conferenza Nazionale della medicina generale e delle cure territoriali nel SSN e nel sistema Italia. La SIMG sarà promotrice dell’iniziativa e avrà un ruolo fondamentale nel definire un metodo analitico dei bisogni evolutivi della popolazione del Paese”.

IL NEXT GENERATION DELLA MEDICINA GENERALE – Nell’ottica di un miglioramento nella formazione e di un efficace ricambio generazionale, la SIMG ha lanciato anche il progetto del Next Generation della Medicina Generale.

“Il Next Generation della Medicina Generale si basa su 5 punti – sottolinea Maurizio Cancian, Membro dell’Esecutivo – Anzitutto, si devono definire i nuovi bisogni di salute della popolazione; in secondo luogo, devono essere identificate le competenze del MMG; inoltre, va chiarito come debbano essere acquisite queste competenze nella formazione post laurea; poi si deve intervenire sulla nuova organizzazione, intesa come processi di cura all’interno delle strutture per passare dalla medicina di attesa alla medicina di iniziativa; infine, il team che si occupa della medicina generale deve integrarsi con altri snodi della rete dei servizi, sul territorio e in ospedale”.

IL 38° CONGRESSO NAZIONALE SIMG – La riforma della medicina del territorio è stata tra i temi al centro del 38° Congresso Nazionale della SIMG – Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie, che si tiene a Firenze in forma ibrida. Il Congresso, iniziato il 20 novembre con sessioni online, prosegue fino al 31 marzo 2022 con una ampia mole di contenuti formativi da remoto con live dirette e FAD asincrone, ma prevede anche tre giorni di sessioni in presenza da giovedì 25 a sabato 27 novembre presso la Fortezza da Basso di Firenze. Il Congresso SIMG è stato denominato anche “Progetto Nazionale di Rinascita e Ripartenza della Medicina Generale”: è infatti l’occasione, da una parte, per affrontare i problemi di politica sanitaria posti dalla pandemia, il ruolo futuro del MMG, l’allocazione delle risorse del PNRR, il rapporto tra ospedale e territorio, le nuove tecnologie e l’uso della telemedicina; dall’altra, vi è una altrettanto significativa parte scientifica che analizza le malattie croniche (patologie cardiovascolari, respiratorie, metaboliche, neurodegenerative, controllo del dolore, solo per citare le più ricorrenti) e le emergenze che si presentano al Medico di Medicina Generale, a partire proprio dal Covid.

FONTE: Studio Diessecom (Salvo Cagnazzo).