ROMA – L’Italia è tra i primi paesi in Europa nella cura delle malattie tumorali, con un incremento del 37% del tasso di sopravvivenza dei malati oncologici rispetto a dieci anni fa. Oggi ricerca scientifica e prevenzione garantiscono ad almeno un paziente su quattro la stessa aspettativa di vita di una persona sana: quali sono le conseguenze dell’epidemia da Covid-19 su questo trend positivo?
Da un lato il rischio per i pazienti onco-ematologici di contrarre più facilmente e in maniera più severa il virus, dall’altra la necessità di garantire prevenzione e cure in ambienti protetti e sicuri. Secondo i dati di AIOM nei primi nove mesi del 2020 sono stati effettuati 2 milioni in meno di screening e solo il 68% dei centri oncologici ospedalieri ha attivato un percorso di assistenza domiciliare oncologica per ridurre i rischi di contagio. È possibile tutelare le fragilità in un contesto di emergenza sanitaria globale? Come superare pregiudizi, diffidenza, paure per riscoprire la dimensione sociale e solidale della salute? Quale ruolo può giocare la comunità scolastica nel percorso di cura?
Si sono interrogati su questi temi i 600 studenti protagonisti del webinar formativo di oggi animato dall’Associazione italiana contro leucemie, linfomi e mieloma (AIL). Tra i tumori del sangue, le leucemie sono sicuramente quelle più conosciute. In Italia, nel 2020 erano attese circa 8.000 nuove diagnosi di leucemia, di cui 4.700 uomini e 3.200 donne. Meno noti sono linfomi e mielomi. I primi sono suddivisi in due gruppi: linfoma di Hodgkin, la forma più rara che colpisce ogni anno circa 4 persone ogni 100.000 abitanti e nel 2020 erano attese circa 2.150 nuove diagnosi, di cui 1.220 uomini e 930 donne; linfomi non Hodgkin, uno dei primi 10 tumori per frequenza in Italia in uguale misura per uomini e donne, con 13.200 nuovi casi attesi nel 2020. Per quanto riguarda i mielomi, infine, nel 2020 erano stimati 3.019 nuovi casi negli uomini e 2.740 nelle donne.1
L’evento live “Crescere in emergenza” è parte del progetto “Fattore J”, promosso da Fondazione Mondo Digitale con la collaborazione di Janssen Italia, l’azienda farmaceutica del gruppo Johnson & Johnson, e il patrocinio dell’Istituto Superiore di Sanità. Obiettivo di Fattore J, che ha già coinvolto oltre 10.000 studenti, è aiutare i giovani a sviluppare maggiore consapevolezza sulle situazioni di disagio, assumere comportamenti responsabili e rispettosi delle differenze e trasformarsi in agenti del cambiamento, capaci di contagiare positivamente gli altri con la fiducia nella scienza e nella ricerca.
“Siamo convinti che le nuove generazioni, che si stanno appassionando ai temi della salute e della ricerca approfonditi con il progetto Fattore J, possano avere un ruolo strategico in famiglia e tra i coetanei per contagiare fiducia e diffondere una comunicazione sana e positiva”, ha affermato Mirta Michilli, direttore generale della Fondazione Mondo Digitale.
“Anche in un contesto come quello attuale in cui l’attenzione è focalizzata principalmente sulla lotta al Covid-19 è fondamentale ricordare quanto sia importante continuare a fare screening per prevenire anche altre patologie, come quelle onco-ematologiche. La ricerca scientifica sta facendo passi da gigante per offrire nuove prospettive di cura e una migliore qualità della vita alle persone che hanno ricevuto una diagnosi di tumore, ma il contributo di tutti attraverso una corretta informazione e prevenzione è decisivo per ridurre l’impatto di queste patologie e ottenere sempre più vittorie contro il cancro”, ha dichiarato Loredana Bergamini, direttore medico di Janssen Italia.
“Alle parole empatia, rispetto e inclusione del progetto Fattore J vorrei aggiungerne una quarta: resilienza, una parola essenziale, perché in tempo di pandemia le associazioni dei pazienti ne hanno dato grande dimostrazione. Ci siamo presi cura dei più fragili e lo abbiamo potuto fare grazie soprattutto ai nostri volontari e sostenitori. Facciamo in modo che il malato abbia al fianco un’associazione che possa sempre sostenerlo, dalle cure domiciliari alla ricerca scientifica. Guardate a noi con spirito di compartecipazione”, ha raccomandato Luisa Clausi Schettini, direttrice AIL Roma.
Il progetto Fattore J è sostenuto dall’Università Campus Bio-Medico di Roma, come partner scientifico, e da una rete di otto associazioni di pazienti: Associazione Italiana contro Leucemie, Linfomi e Mieloma (AIL), Associazione Ipertensione Polmonare Italiana Onlus (AIPI), Associazione Malati Reumatici del Piemonte (AMaR), Associazione Nazionale per le Malattie Infiammatorie Croniche dell’Intestino (AMICI Onlus), Associazione Nazionale Amici per la Pelle (ANAP Onlus), Associazione Psoriasici Italiani Amici della Fondazione Corazza (APIAFCO), Network Persone Sieropositive (NPS Italia Onlus) e Progetto Itaca Onlus.
Riferimenti bibliografici
1. I numeri del cancro in Italia 2020. Gruppo di Lavoro AIOM – AIRTUM – Fondazione AIOM – PASSI – PASSI D’Argento – SIAPEC-IAP
FONTE: Ufficio Stampa HealthCom Consulting (Laura Fezzigna).