SIMG – Presentati i punti per la Medicina Generale del futuro

Prossimità, lavoro in team, tecnologia, risorse, rete, formazione e ricerca. A quali costi?

Il fondamentale ruolo dei Medici di famiglia nell’arginare la pandemia, ma occorre migliorarne alcuni limiti cronici. Presentate dal Presidente Claudio Cricelli in audizione Commissione Igiene e Sanità del Senato le priorità della categoria. Necessarie profonde riforme come emerso nel 37° Congresso Nazionale SIMG, in corso sino a domenica 29 novembre.

“Dopo il Covid dovranno essere ripensati elementi strutturali del Sistema Sanitario e dei modelli organizzativi. La Medicina Generale deve essere inserita nella catena di controllo del management sanitario per attribuirle il giusto peso, in quanto si occupa di tutti i problemi di salute, di tutti i cittadini, in tutte le comunità locali, per tutta la durata della vita” sottolinea il Prof. Claudio Cricelli.

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Claudio Cricelli

DALLA PANDEMIA LO STIMOLO A UN RILANCIO DELLA MEDICINA GENERALE – La resilienza dei Medici di famiglia di fronte al Covid-19 e la necessità di investire risorse su quelle che sono le prime sentinelle della salute degli italiani sul territorio: questi sono gli elementi su cui si è soffermato maggiormente il Prof. Claudio Cricelli, Presidente della SIMG – Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie, in occasione della recente audizione in videoconferenza presso la Commissione Igiene e Sanità del Senato della Repubblica e nell’ambito del 37° Congresso SIMG.
Nel corso del 2020, la Medicina Generale ha avuto il grande merito di impegnarsi nella limitazione dei contagi, nella presa in carico immediata di tutti i pazienti cronici e nel monitoraggio di tutte le fragilità dei pazienti – ha evidenziato il Prof. Cricelli – Tuttavia, sono emersi anche i limiti cronici di cui soffre la nostra professione. Dopo il Covid dovranno essere ripensati elementi strutturali del Sistema Sanitario e dei modelli organizzativi. Anzitutto, bisogna sottolineare la rilevanza del fattore lega all’avvicendamento generazionale: non è una mera sostituzione, come talvolta viene fatto passare, ma una questione evolutiva, legata al processo di formazione dei giovani medici e della loro cultura. Inoltre, la Medicina Generale deve essere inserita nella catena di controllo del management sanitario per attribuirle il giusto peso, in quanto si occupa di tutti i problemi di salute, di tutti i cittadini, in tutte le comunità locali, per tutta la durata della vita. Gli ultimi decenni hanno visto una progressiva marginalizzazione della categoria, privata del necessario e costante investimento di idee, innovazione e risorse, proprio mentre le esigenze crescevano. L’evoluzione demografica (progressivo incremento della coorte di persone con età superiore ai 65 e ai 75 anni), l’evoluzione sociale (nuclei familiari sempre più composti da 1-2 persone, in particolare nelle coorti di età avanzata), l’evoluzione epidemiologica (diagnosi sempre più precoci e lunghi periodi di vita con malattia, che richiedono una forte alleanza terapeutica e un sempre maggiore coinvolgimento delle persone nella definizione dei programmi di cura) sono alla base della richiesta pressante di una sostanziale rifondazione, necessità resa drammaticamente evidente dalla pandemia”.
Il FUTURO DELLA MEDICINA GENERALE IN 5 PUNTI: TEAM, STRUMENTI DIAGNOSTICI, SISTEMI INFORMATICI AVANZATI, RETE, FORMAZIONE E RICERCA – “La Medicina Generale del futuro deve basarsi su cinque punti fondamentali – sottolinea il Prof. Cricelli – Anzitutto, il lavoro in team, insieme a personale di studio e infermieristico. In secondo luogo, servono supporti diagnostici di primo livello (ecg, holter pressorio, holter ecg, ecografia di primo livello, spirometria, test in office…), imprescindibili per la presa in carico del paziente. Inoltre, i Medici di famiglia devono poter disporre di sistemi informatici avanzati, in quanto l’auditing, la stratificazione della popolazione, l’analisi dei dati clinici sono elementi fondanti della professione. Devono poi operare in rete con le altre professioni: il percorso del paziente è interdisciplinare, quindi la rete socio-assistenziale deve offrire alla popolazione un’assistenza individuale, integrata e continua. Infine, si deve puntare su formazione e ricerca per ampliare le competenze della professione”.
LE REGOLE PER ACCEDERE AI FONDI DEL RECOVERY FUND Gli interventi sollecitati dalla SIMG hanno un’utilità tanto clinica quanto politica. Non si tratta infatti solo di dare nuova linfa al principale punto di riferimento sul territorio per la salute dei cittadini, ma anche di rafforzare un anello essenziale per la Salute Pubblica in vista della programmazione futura. Per poter accedere ai fondi Ue, infatti, l’Italia, così come gli altri Stati membri, dovrà presentare da ottobre alla Commissione un piano nazionale di ripresa e resilienza che spieghi come usare i fondi. Il Consiglio, su indicazione della Commissione che ha tempo due mesi, deciderà a maggioranza qualificata (55% dei Paesi pari al 65% della popolazione Ue) se approvare il piano. I piani devono tenere conto delle Raccomandazioni Ue per ogni Paese pubblicate negli ultimi anni e puntare al rafforzamento della crescita potenziale, alla creazione dei posti di lavoro e alla capacità di reazione (resilienza) economica e sociale dello Stato. Devono contenere anche misure che facilitino la transizione verde e digitale dell’economia. I soldi saranno sborsati solo al raggiungimento di obiettivi misurabili concordati anticipatamente nel piano. Per questo l’opinione dei MMG dovrà essere tenuta in conto come la possibile base di una riforma dell’intero sistema.
LA SETTIMANA DELLA MEDICINA GENERALE – Il 37° Congresso Nazionale SIMG – Società Italiana Medicina Generale e delle Cure Primarie è in corso da sabato 21 sino a domenica 29 novembre 2020: è la Settimana della Medicina Generale, in modalità online. Sotto la luce dei riflettori i principali problemi clinici che si presentano al Medico di Medicina Generale (patologie cardiovascolari, respiratorie, metaboliche, neurodegenerative, controllo del dolore, solo per citare i più ricorrenti) e che dovranno essere affrontati con un approccio manageriale tenendo conto di un contesto che sempre più frequentemente coinvolge la comorbidità, la fragilità, la disabilità, l’età avanzata e, con questi, le politerapie.

FONTE: Studio Diessecom (Salvo Cagnazzo).