Limone, riso o banana, diete “lampo” nel mirino

I dottori anti-fake news esaminano le ultime mode alimentari pre-spiaggia

Limone
Foto di Markéta Peršínová da Pixabay

Dalla dieta del limone, che promette di far perdere 3 chili in una settimana, a quella del riso, fino alla dieta della banana. In questo periodo impazzano le diete lampo per provare a buttare giù in fretta qualche chilo. Riviste e siti web offrono tante diverse opzioni, alcune credibili, altre chiaramente campate per aria. Ma queste diete alla fine funzionano davvero? A rispondere, analizzandole una ad una, è il sito anti-fake news ‘Dottore ma è vero che…?’ (dottoremaeveroche.it) della Federazione nazionale degli Ordini dei medici (Fnomceo).
Fra le diete proposte come ‘soluzioni veloci‘ al problema del peso, gli esperti citano quella del limone (“perderai 3 chili in una settimana”): in questo caso, “le parole chiave – spiegano i dottori anti-fake news’ – sono ‘potere drenante’ (attribuito ovviamente al limone), effetto detox, contrasto alla ritenzione idrica. Illimone è ovviamente onnipresente, spremuto in un bicchiere di acqua tiepida di primo mattino e sopra ai 5 frutti rossi a colazione (mi raccomando 5: non uno di più o di meno) o usato come condimento dell’insalata di legumi da consumare all’ora di pranzo e del pesce magro da mangiare a cena, prima di un nuovo appuntamento con l’acqua riscaldata che chiuderà una giornata dieteticamente da dimenticare”, sintetizzano gli esperti.
C’è poi la dieta del riso: “Di nuovo drenaggio e programma depurativo, per ‘sgonfiarsi’ e perdere 5 chili in 9 giorni. Riso, riso, riso: accompagnato con carne bianca e verdure lesse o cotte a vapore”. Senza contare le decantate proprietà del riso rosso, descritto come “alternativa ‘naturale’ alla terapia con statine per contrastare i livelli di colesterolo. A proposito – avvisano gli esperti – gli studi condotti per valutare gli integratori a base di riso rosso fermentato nel trattamento dell’ipercolesterolemia sono per lo più metodologicamente poco affidabili perché condotti su un numero ridotto di persone e di breve durata e, più in generale, i componenti del riso rosso fermentato sono del tutto simili a quelli di alcuni prodotti farmaceutici, al punto di essere stato vietato il commercio da parte della Food and Drug Administration, l’agenzia regolatoria statunitense per i medicinali”.
Il riso, assicurano i dottori anti-fake news, non è di per sé un alimento che facilita il dimagrimento. “Una determinata porzione di riso fornisce in sostanza le stesse calorie di una analoga porzione di pasta”, spiega il nutrizionista Marcello Ticca. “Il problema principale, per entrambi questi ottimi alimenti, sono semmai il tipo e la quantità dei condimenti con i quali li arricchiamo: insomma, ‘dietetico’ non è in sé il riso come non lo è la pasta, ma piuttosto scegliere la ricetta giusta e avere la mano leggera nel condire e nel riempirsi il piatto”.
E la dieta della banana? “Inventata da una farmacista giapponese, Sumiko Watanabe, e dal marito Hamachi, suggerisce di iniziare la giornata mangiando una banana. Chi avesse ancora fame dovrebbe farsene una ragione. Per il resto si può mangiare di tutto, salvo alzarsi da tavola quando si è sazi all’80%. Ma come si fa – si chiedono gli esperti – a stabilire quando si è sazi all’80%? Una domanda alla quale gli inventori della dieta della banana non danno ovviamente risposta”.
Ma insomma, queste diete rapide funzionano? “Alcune possono avere un effetto semplicemente perché motivano a mangiare di meno”, rispondono i medici anti-bufale.
“Il risultato – spiega Ticca – può anche essere quello di perdere parecchio peso sulla bilancia (ma non necessariamente parecchio tessuto adiposo) e anche in tempi brevi. Un particolare, questo della rapidità, che fra l’altro non è affatto un risultato da celebrare. Infatti tutti gli specialisti ‘seri’ concordano sul criterio che un corretto regime dimagrante equilibrato e variato, capace quindi di migliorare in modo durevole le abitudini alimentari, debba essere costruito in modo da determinare un deficit energetico quotidiano medio, rispetto alle reali necessità, di circa 700-800 chilocalorie, 1.000 al massimo. Il risultato atteso in termini di perdita di peso oscillerà quindi fra il mezzo chilo e il chilo a settimana, in relazione sia alla spesa energetica supplementare derivante dalla indispensabile maggiore attività motoria, sia alla capacità di adattamento del metabolismo del singolo soggetto”.
Perché è così facile riprendere i chili persi? “La nostra fisiologia non è fatta per difenderci dall’obesità – spiega Francesca Martinato, biologa che da anni si occupa di alimentazione – Basti pensare quanto è facile perdere i primi 2-3 chili sottostando a una rigida dieta. Poi? Che cosa succede? Perché diventa così difficile far scendere l’ago della bilancia al di sotto di quei 2 o 3 chiletti? La ragione è che il nostro corpo si difende cercando di impedire di perdere altro peso, anche se siamo in sovrappeso o peggio ancora se siamo obesi, perché ha imparato nei secoli, dal punto di vista evolutivo, a difendersi dal peggio, come per esempio sopravvivere alle carestie”.
E se digiunassi? Un giorno di digiuno non fa male a una persona sana, prova ne è che quasi tutte le religioni lo hanno proposto (o imposto) ai propri fedeli o adepti senza particolari problemi, dicono gli esperti. “Ma se il digiuno si deve protrarre più a lungo – precisa Eugenio Del Toma, nutrizionista e presidente emerito della Associazione italiana di dietoterapia e nutrizione – le cose cambiano radicalmente, perché la moderna dietetica è diventata, per fortuna, più attenta alla qualità che non alla quantità del peso perduto. Un sano dimagrimento è ben diverso dall’inflaccidimento e dal deperimento che conseguono a un periodo di semi-digiuno. Nella foga di reperire rapidamente quell’energia che non proviene più dagli alimenti l’organismo, non esita a bruciare con i grassi anche una parte delle sua preziose proteine”.
Cosa fare, dunque, in vista della ‘prova costume’? Uno specialista coscienzioso, conclude Del Toma, proporrebbe “solo dimagrimenti lenti, non più di 3-5 chili ogni mese”. Il momento di indossare il costume da bagno può davvero rappresentare un appuntamento preoccupante, “ma il segreto è quello di programmare in tempo la perdita di qualche chilo di troppo. Chi si accorgesse di aver fatto tardi ha due possibilità: rinviare il tuffo oppure accettare il proprio aspetto, ripromettendosi comunque un comportamento più virtuoso una volta tornati dalla spiaggia”, suggeriscono i dottori anti-fake news.

FONTE: AdnKronos