Un’impresa possibile, a patto di rispettare alcune semplici regole. Il decalogo per la sicurezza del bambino al mare e in piscina è stato presentato dal pediatria di Milano Italo Farnetani a Praia a Mare (Cs), in occasione della recente consegna delle Bandiere verdi dei pediatri alle spiagge a misura di bambino.
Eccolo:
- Nuoto. Il principale pericolo in spiagge e piscine è l’annegamento. La migliore prevenzione è sapere nuotare. Per questo motivo i bambini devono imparare a farlo già dall’età di tre anni, ma sotto la guida di insegnanti specializzati, preferibilmente nel mare, perché devono imparare a non avere paura di schizzi, acqua profonda, e a saper nuotare sott’acqua con gli occhi aperti. I bambini che ancora non sanno nuotare devono entrare in acqua sempre con i braccioli.
- Mai da soli. Tutti i bambini di meno di 12 anni, compresi quelli che sanno già nuotare, devono essere sempre accompagnati in acqua da un adulto che sappia nuotare bene, possibilmente restando sempre vicino a loro.
- Salvataggio. Fondamentale la presenza del Servizio di salvataggio, che non deve essere mai interrotto, provvisto di torrette, garantito da bagnini professionisti, con uniformi per facilitare l’identificazione.
- Occhio ai pericoli. Fare il bagno seguendo le ordinanze di balneabilità dei sindaci. Evitare le zone ove si praticano sport acquatici, pesca, gare. Rispettare i percorsi, indicati da corde e boe, che delimitano le vie d’ingresso in acqua di natanti o surf. Guardare le bandiere del salvataggio: se è issata la gialla o la rossa non fare il bagno. Indossare sempre le ciabatte quando si usano docce, servizi igienici o si cammina in zone pavimentate.
- In acqua. Entrare lentamente in acqua, per adattare il corpo alla temperatura del mare, specialmente dopo aver mangiato o quando l’acqua è fredda. Evitare a di tuffarsi in mare o in piscina senza conoscere la profondità dell’acqua, per evitare traumi e lesioni.
- Pelle. Proteggere la pelle dal sole con creme e lozioni protettive (da preferire agli spray) contenenti filtri chimici e fisici, da applicare ogni due ore, per evitare irritazioni della pelle. Il cappellino è una protezione in più e in caso di eritema solare (scottatura) indossare anche una maglietta in cotone bianco.
- Sole e caldo. Attenzione all’esposizione tra le 12 e 17, specialmente quando il bambino ha meno di quattro anni. Chi resta in spiaggia in questa fascia oraria, deve far bere frequentemente l bambino, meglio se ogni 20 minuti, e farlo stare all’ombra.
- In auto. Quando si viaggia in auto con un bambino mai fermarsi al sole, nemmeno per soste brevi, ma cercare un parcheggio all’ombra.
- Pulizia. L’acqua limpida è una forma di prevenzione degli incidenti perché permette di identificare gli ostacoli sommersi. La pulizia in spiaggia è dimostrata anche dalla presenza di cestini e bidoni per l’immondizia che non devono essere mai pieni, ma svuotati rapidamente e dall’assenza nella sabbia di conchiglie rotte, vetri, residui di lattine, rifiuti abbandonati, catrame, alghe non raccolte nella battigia o nella sabbia. Non deve esserci degrado ambientale di nessun genere.
- Formazione. Utile far partecipare, durante il mese di aprile e maggio, gli alunni delle scuole elementari e medie (primaria e secondaria) a corsi gratuiti di educazione alla salute sui i rischi potenziali del mare e sui corretti comportamenti nell’ambiente marino.
FONTE: AdnKronos