Mal di schiena per 80% italiani, aumenta quello da stress

In caso di discopatie oggi l'intervento è risolutivo

Mal di schiena
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Non solo discopatie e artrosi. “L’80% delle persone nel corso della vita ha un attacco di mal di schiena. Ma il mal di schiena non è una diagnosi, è un sintomo: il dolore può essere causato da problemi diversi, come ad esempio aneurisma dell’aorta, alcuni tumori o problemi addominali, e persino patologie ginecologiche. C’è poi il mal di schiena da stress, un problema in aumento in questi anni, specie nella popolazione giovane, collegato a problemi lavorativi o familiari: le tensioni psicosomatiche proiettano un dolore nella parte posteriore della colonna, a livello cervicale o più spesso lombare”. A spiegarlo all’Adnkronos Salute è Vincenzo Denaro, professore ordinario e primario emerito di Ortopedia e traumatologia all’Università Campus Bio-Medico di Roma.
Come orientarsi allora nel rebus delle cause di mal di schiena? “Non basta affidarsi agli esami, ma è importantissimo parlare con il paziente, ascoltarlo, e non limitarsi a ricorrere alla diagnostica per immagini. Nelle sue parole, nel racconto della sua vita, del tipo di dolore”, si celano preziosi indizi. “Ecco perché – sottolinea l’esperto – è anche importante non sottovalutare il problema, ma rivolgersi a un professionista preparato, evitando autodiagnosi o cure fai da te. Riconoscere un aneurisma dell’aorta, ad esempio, può salvare la vita”.
“Tutti i mal di schiena che nascono dalla struttura scheletrica – aggiunge lo specialista – hanno come conseguenza il blocco del soggetto, mentre se il dolore viene dai visceri c’è una sofferenza, ma il paziente non si blocca completamente”. Nel caso delle discopatie, inoltre, queste ultime hanno “anche una componente genetica: alcune famiglie ne soffrono, altre no”. Ma la buona notizia è che anche in questi casi non sempre è necessario l’intervento chirurgico, “che oggi comunque è risolutivo e consente un recupero completo”, assicura Denaro, che nella sua struttura opera per queste problematiche circa 200 pazienti l’anno.
L’intervento chirurgico è necessario “solo se c’è un’ernia che comprime un nervo provocando un deficit motorio. Su 100 persone col mal di schiena – assicura Denaro – 80 possono guarire senza chirurgia: esistono approcci fisioterapici, attività fisica mirata, farmaci. Occhio invece alla moda degli approcci percutanei, che promettono di risolvere il problema in ogni caso”. Oggi, poi, la tecnica chirurgica è diventata meno invasiva. “Il paziente si alza il giorno dopo l’intervento, dopodiché occorre pianificare un periodo di riabilitazione. In media nel caso di lavori usuranti occorrono 3 mesi, altrimenti può bastare un mese”, spiega l’esperto.
il recupero è completo: “Basti pensare ad esempio a Dino Zoff, che dopo l’intervento per l’ernia – ricorda Denaro – è tornato a fare il portiere della Nazionale. Le recidive? Esistono, ma sono nell’ordine dello 0,1% dei pazienti”. Il messaggio dello specialista è chiaro: “La colonna funziona come le marionette, se le teniamo dritta, resta dritta. Dunque se si conserva il tono muscolare, facendo attività fisica, nuoto e prendendosi cura del proprio corpo, una postura auto-reggente aiuterà a prevenire problemi alla schiena”, conclude.

FONTE: AdnKronos