L’appendice (o appendice vermiforme) è una piccola struttura simile ad un lombrico, dalla lunghezza estremamente variabile da persona a persona (in media 5-10 cm), collegata alla parte infero-mediale del cieco (la prima parte dell’intestino crasso), nella parte inferiore destra dell’addome. Tutto quello che può ostruirla, può provocare un’infiammazione acuta (appendicite). Nell’appendice ostruita i batteri cominciano a moltiplicarsi, attirando i globuli bianchi; in breve tempo il lume dell’appendice si riempie di pus e le sue pareti si gonfiano fino a scoppiare e a rilasciare il contenuto purulento e infetto all’interno dell’addome; questo può provocare l’infezione del sacco peritoneale (peritonite) e la formazione di ascessi, a ridosso dell’appendice perforata. L’appendicite rappresenta un’emergenza medica, il cui trattamento richiede in genere la rimozione chirurgica dell’appendice.
Cause
L’appendicite è in genere causata dall’intrappolamento di materiale (feci o altro) all’interno dell’appendice; l’ostruzione provoca la crescita incontrollata di batteri e il richiamo di globuli bianchi, con formazione di pus all’interno dell’appendice e rigonfiamento delle sue pareti, con il rischio di rottura nel sacco peritoneale e conseguente diffusione dell’infezione (ascessi, peritonite). A volte può associarsi ad una malattia infiammatoria intestinale, come il morbo di Crohn o la colite ulcerosa.
Sintomi
La sintomatologia tipica consiste in un dolore al centro della pancia (addome), la cui intensità tende ad aumentare nel tempo. Il dolore in seguito tende a spostarsi e a localizzarsi sul lato destro, diventando fisso e di forte intensità. La palpazione di quest’area, fare un colpo di tosse o tentare di camminare esacerba il dolore. Possono comparire diarrea (ma anche stipsi), nausea e vomito e la febbre può superare i 38°. I sintomi dell’appendicite possono spesso essere confusi con quelli della cistite, di una malattia infiammatoria intestinale (morbo di Crohn), con problemi a livello delle ovaie o con una gastrite. Questo accade soprattutto quando il quadro clinico non si presenta con i sintomi tipici dell’appendicite, cosa che succede in circa metà delle persone.
Diagnosi
Nei casi tipici la diagnosi di appendicite non pone problemi particolari. Si comincia con l’esame clinico del paziente. La ricerca della dolorabilità in alcuni punti specifici o la positività di determinate manovre possono fornire indicazioni importanti. Dopo aver visitato l’addome, il medico richiederà un esame del sangue (emocromo) per vedere il numero dei globuli bianchi, che in caso di appendicite risulta significativamente aumentato. Un’ecografia dell’addome permette, in genere, di confermare la diagnosi. L’esame delle urine permette di escludere un’infezione delle vie urinarie. Nelle donne in età fertile viene in genere richiesto anche un test di gravidanza per escludere la possibilità di una gravidanza extra-uterina o di una minaccia di aborto.
Complicanze
Le complicanze dell’appendicite sono rappresentate da:
Peritonite – la complicanza più temuta, si verifica quando l’appendice infiammata si perfora (scoppia), rilasciando il suo contenuto infetto nel sacco peritoneale che ne viene così contaminato. L’addome del paziente si gonfia e non è possibile palparlo senza evocare un dolore intollerabile da parte del paziente. Nel corso della peritonite, i movimenti intestinali scompaiono e si verifica un’ostruzione intestinale dinamica (cioè non dovuta ad un ostacolo meccanico ma all’irritazione peritoneale dovuta alla infezione grave). Il paziente lamenta un dolore addominale molto forte, presenta temperatura elevata (oltre i 38-39°), il battito cardiaco e la respirazione sono accelerati. Se non si interviene subito chirurgicamente il paziente può morire nell’arco di poche ore.
Ascesso – si può formare intorno a un’appendice perforata ed è una raccolta di pus. Viene trattato con terapia antibiotica, ma può essere necessario il drenaggio chirurgico.
Terapia
Il trattamento consiste nell’asportazione chirurgica dell’appendice infiammata (anche in via laparoscopica). L’intervento viene condotto in anestesia generale. Dopo qualche giorno la persona viene dimessa dall’ospedale, ma per una ripresa completa possono essere necessarie 1-2 settimane.
FONTE: www.salute.gov.it